Maggio-Giugno 2017
Viva + Gesù
Cari fratelli,
la gioia, la pace, l'amore di Gesù siano sempre con noi e con le nostre
famiglie.
Come fare l'Orazione. I sensi
vanno tenuti a bada. I sensi sono come le porte della città, per essi,
entrano nell'anima nostra le impressioni e altro. Ecco la necessità di
tener chiuse la porte se vogliamo mantenerci in solitudine interiore,
come si richiede per l'Orazione. Se vogliamo inoltrarci nell'Orazione
dovremmo essere: ciechi, sordi, muti, cioè di portarci come tali.
L'anima dissipata, è piena di
polvere, di miserie e di immondizie. Queste dissipazioni, sono le
distrazioni, le preoccupazioni e gli affetti che profanano per così dire
il tempio della nostra anima. Primo punto. Ci vuole dunque il
raccoglimento. Raccogliere tutto ciò che ci disturba e, lasciarle per
cercare le cose di Dio. Entrare in quel sonno misterioso dell'amore,
dove si può dire con verità: “ io dormo, ma il mio cuore veglia” perché
ama Gesù e, tratta direttamente con Lui. Il raccoglimento, secondo il
curato D'Ars è come un bagno d'amor divino nel quale l'anima si immerge.
Da questo, vediamo quanto il raccoglimento sia necessario a coloro che
desiderano entrare in Orazione. Il raccoglimento dunque occorre.
L'Orazione è un colloquio intimo
con Dio e, amorosa conversazione con Lui.
Il secondo punto, è la purezza
di cuore con la quale si allontanano non solo le colpe gravi ma anche,
quelle piccole imperfezioni avvertite. Un affetto disordinato o troppo
naturale, una imperfezione qualsiasi non combattuta, bastano a lasciarci
come cieche riguardo alle cose divine. Come vogliamo
volare se per la mancanza di purezza dei nostri affetti e delle nostre
intenzioni, portiamo sopra di noi un carico di terra tanto pesante che
appena ci lascia muovere?
Se come gli Apostoli nell' Orto
degli ulivi, ci addormentiamo, se ci manca agilità, luce, fervore,
facilità nella pratica della virtù, in una parola se decadiamo, è perché
i nostri occhi cioè le nostre intenzioni, sono cariche di fini umani, di
interesse proprio, di rispetto umano, di vanità ecc. ecc..
Santa Teresa paragona l'anima in
Grazia ad un palazzo di diamante o di cristallo in cui possiamo
vedere raffigurate la bellezza, la purezza ed anche la delicatezza.
Vigiliamo dunque moltissimo perché nulla penetri nel nostro cuore che
gli possa macchiare il candore, la purezza.
Il terzo punto è la pace
interiore.
La pace vuol dire amare le offese
ricevute, vuol dire lasciare l'inquietudine, lasciare il turbamento,
lasciare l'affanno.
Se noi non siamo in pace è come se
una tavola o una tela si muovessero continuamente, nessuno potrebbe
appoggiarsi per disegnarvi o per dipingervi.
Se non siamo in pace, Gesù non può
compiere la sua opera in noi.
Il nemico che sa questo, procura
con tutti i suoi mezzi di presentare alla nostra mente e al nostro cuore
durante l'Orazione tutto ciò che può turbarci.
Il quarto punto per prepararci
all'Orazione è lo spirito di sacrificio. Ma una santa diceva: “le rose
dell'orazione non si colgono senza le spine della mortificazione”. E
Santa Margherita Maria diceva: “che quella sorella più mortificata, sarà
la più accarezzata”.
La mortificazione dunque è una
virtù necessaria per poter prepararci bene all'incontro con Dio, durante
l'Orazione.
Mortificarci come? Noi, non
possiamo fare le penitenze grandi ma possiamo mortificarci con atti
contro la nostra volontà, contro il nostro affetto, contro la nostra
soddisfazione. Quando preghiamo, stare in ginocchio staccate dal banco,
quando ci sediamo anche in casa, non appoggiarsi allo schienale, offrire
a Gesù qualche ora di sonno in adorazione per ottenere misericordia per
noi e per gli altri, mortificarci anche durante i pasti, mangiando
senza lamenti quello che ci danno. Privarci di qualche dolce. Ma siete
tutti adulti e sapete mortificarvi. Il lavoro, le faccende domestiche,
attenzione alle persone della famiglia. Far dire le preghiere ai
bambini, educare alla purezza, educare alle sofferenze per unirsi a
quelle di Gesù.
Es. le preghiere del mattino e
della sera insieme ai vostri figli, ai vostri bambini. Qui mi ricordo
il mio fratello Camillo di circa tre anni che voleva dire le preghiere
non con le manine giunte come diceva la mamma, ma con le braccia
allargate come fa il sacerdote. Lui, era in piedi sul tavolo vicino alla
mamma.
Educare alla purezza: tenere le
gambine unite e tirare giù i vestitini quando ci si siede; ubbidire
senza esitazione; parlare con decenza e non ascoltare le persone
sguaiate e peccaminose con la lingua.
Educare alla sofferenza: quando mia mamma veniva offesa prendeva
tutti noi, suoi bambini e ci portava in camera davanti al quadro del
Crocifisso e lei si inginocchiava e con le braccia aperte pregava ed io
che ero la più grande facevo come faceva lei. Piangevo con lei e pregavo
per amore di Gesù Crocifisso.
In Gesù, sorella Teresa
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