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Gennaio-Febbraio 2013
Viva + Gesù
Cari fratelli,
la pace e la gioia di Gesù, sia con noi.
Oggi, vi auguro un anno di lavoro nella Vigna del Signore.
Andate dunque a lavorare nella Sua Vigna!
Situazioni nuove, sia ecclesiali, sociali, economiche, politiche,
culturali, morali, reclamano oggi, con forza del tutto particolare,
l'azione dei fedeli laici.
“Non è lecito a nessuno, rimanere in ozio”.
La voce del del Signore, passa però anche attraverso le vicende della
Chiesa e dell'umanità. É necessario allora, guardare in faccia questo
nostro mondo, le cui situazioni oggi sono più gravi, rispetto a quelle
descritte dal Concilio.
Gesù ci vuole come tutti i suoi discepoli, sale della terra e luce dl
mondo. Ma quale è, il volto attuale della terra e del mondo in cui i
cristiani devono essere sale e luce?
Il mondo oggi, è come un campo, dove crescono insieme zizzania e buon
grano. Il male e il bene, l'ingiustizia e la giustizia, la disperazione
e la speranza crescono insieme quasi aggrovigliati, contro la libertà
umana.
Se lavorerete nella Vigna del Signore diventerete persone di carità, di
speranza, di fede e sarete luce per i fratelli che vagano nelle tenebre
e nel peccato. Darete il vostro sale per assaporare il mondo che vive
nel fango della maleducazione e della villania, della maldicenza e della
falsità, della ricchezza sudicia, dell'odio, della vendetta ecc.. questo
modo di vivere ha portato nella terra dove io abito, tre carissimi
giovani a togliersi la vita, in due sole settimane. Dove sono i
portatori di luce e di sale? É necessario che noi, operai della Vigna
del Signore siamo più alacri nel servire Dio nei fratelli. Ecco l'opera
del cristiano!
Ogni persona che incontreremo sul nostro cammino, farà parte della Vigna
del Signore.
Buon anno di lavoro, cari fratelli cristiani!
in Gesù, sorella Teresa |
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Marzo-Aprile 2013
Viva + Gesù
Cari fratelli amati dal Signore,
la gioia e la pace di Gesù, siano con noi.
Oggi, guardando questo nostro mondo e vedendolo tutto
disorientato, per i poveri che piangono, i malati che muoiono senza
cure, i disoccupati che scioperano, gli indebitati che bestemmiano e si
disperano e chi guida il paese pronuncia falsità a non finire,
godendosela a danno dei poveri, mi verrebbe il desiderio di mettermi in
viaggio a parlare a tutti, di Dio. Come devo fare?
Quando non si può far nulla c'è ancora una cosa da fare: la preghiera.
Allora fratelli, inginocchiamoci e preghiamo. Nostro Signore ci aiuterà.
Non moriremo di fame e di sete, non ci mancherà la medicina, lavoreremo
nella vigna del Signore, i debiti li pagheranno coloro che hanno i
soldi, non temiamo la prigione, Gesù ci sarà sempre, fino alla fine del
mondo, e Lui, sarà per noi, cibo e bevanda, soldi, medicine, tutto. La
disperazione non avrà posto in noi, perché siamo con Dio che ci ama
veramente. Alcuni, mi dicono che ricevono il male dalla Chiesa. Non è la
Chiesa quella vi mette giù il telefono, quella che non vi da l'udienza,
quella che non vi aiuta nelle necessità. La S. Chiesa, Sposa di Gesù
Cristo è solo quella che aiuta i poveri, che difende gli indifesi, che
risponde agli umili, che fa, come faceva Gesù. Cari fratelli, quella
chiesa che vi fa soffrire, non è la Chiesa di Gesù Cristo. Quando
ricevete offese da quella parte di chiesa, che non osserva la legge
dell'amore, pregate per lei, perché il Signore la richiami, e non le dia
i Suoi tremendi castighi.
Ma ora, preghiamo il S. Rosario in famiglia, andiamo
alla S. Messa ogni giorno, visitiamo Gesù, passando da una chiesa.
Amiamoci e dividiamo il pane con chi ha fame, facciamo
un quarto d'ora di lettura spirituale sulle vite dei Santi, ed anche un
esame di coscienza sulle opere di misericordia. Poi andremo a letto e al
nostro risveglio, dopo aver ringraziato il Signore della buona notte, ci
uniremo a coloro che non ammettono il divorzio, l'aborto, l'eutanasia,
che toglie le tasse ai poveri, che da il lavoro ai disoccupati, che
lascia il suo stipendio allo stato per i poveri, che rispetta la S.
Chiesa e quindi rispetta Gesù Cristo.
Vi auguro cari fratelli, di riuscire a non disperarvi,
pregando e facendo ciò che vi ho detto.
Buona Pasqua nel Signore
in Gesù, sorella Teresa |
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Maggio-Giugno 2013
Viva + Gesù
Cari fratelli amati dal Signore,
la gioia e la pace, siano sempre con noi.
Ogni sofferente che passa da me è nella disperazione. Anche chi mi
scrive o mi telefona. Sono i poveri, gli ammalati, i disoccupati, i
carcerati, gli indebitati, i minacciati, ecc. ecc.. I poveri..... Chi
sono i poveri?.... Io ho provato la povertà. Ero piccola, dai 4 agli 8
anni. Mi ricordo che mia mamma, comprava un litro di latte alla sera da
una signora che vendeva il latte per le strade con un bidone e doveva
bastare per la colazione di tredici persone. Allora mia mamma, metteva
nel litro di latte, un litro e mezzo di acqua e, un po' per uno, doveva
bastare per la colazione. Il pane non c'era. Se alle volte il sindaco
dava a mia madre i soldi per comprare un chilogrammo di pane al giorno,
lei alla sera dimezzava il pane, mezzo ai grandi e mezzo ai piccoli. Mi
ricordo che Vincenzo, un mio fratello grande, una sera chiese alla mamma
perché mettesse mezzo pane a lui e mezzo ai piccoli. Lei gli rispose che
loro erano già grandi, e i piccoli dovevano diventare grandi. A
mezzogiorno c'era la polenta. Un certo Piazzi, ci ha dato la farina di
granturco per un anno intero gratis, poi l'abbiamo pagato. Mi ricordo
che la mia mamma ogni anno aveva un bambino nuovo e quando già ci aveva
messo a letto, scendeva e prendeva una fetta di polenta con mezzo uovo
nel pomodoro e tornava nell'ultimo gradino della scala. Oppure con
cinque o sei ravanelli che li girava nell'olio con un pizzico di sale,
poco olio per la verità, oppure una sardina avvolta nel sale grosso, o
con una crosta di formaggio. Intanto noi ci addormentavamo. Mia mamma,
prima della carestia ci vestiva molto bene: vestine bianche ricamate, il
maschietto con la tuta di marinaio, i piccolissimi in braccio, tutto
confezionato da lei, ma poi, dopo il fatto di Margiotta, mio papà da
costruttore edile ha dovuto andare a Milano a fare il manovale e mia
mamma che sempre lavorava prendeva pezzi di camicie da uomo e ci faceva
i vestitini,lavorava con qualche gomitolo che riusciva ad avere dalle
zie e ci faceva le vestine, le calzine e le braghine al piccolo
maschietto. Quanto lavoro faceva la mia mamma! Dopo la Messa che era
alle cinque e mezza ci faceva alzare, ci vestiva, ci dava la colazione e
ci mandava all'asilo di S. Maria, dove lei voleva andare suora. E' stato
il parroco a dire a mio padre vedovo di convincerla a sposare lui che
aveva cinque figli.
In quel tempo andava anche in filanda a corse, perché usciva da casa
all'ultimo minuto. Alla sera, appena a casa ci buttava nel mastello
pieno d'acqua dal mattino e ci lavava in fretta e furia e correva alla
roggia a lavare, e li stendeva di notte.
Non ho mai visto mia mamma senza un lavoro. Questa è la povertà. Anche
quando dava il latte al piccolino faceva la cotta all'uncinetto per il
fratello in seminario. All'ora del pranzo e della cena, era un correre
continuo. Quanta povertà!
Alcune donne, e anche mia mamma che erano gravide o che allattavano ed
erano povere, andavano al baliato dove c'erano delle signore e un
medico, che le teneva visitate e nutrite. Mia mamma prendeva anche me e
Camillo che eravamo piccoli, così mangiavamo un po' di minestra. Lei che
aveva minestra e carne, prendeva un pane, lo divideva e ci metteva la
sua carne, lo metteva in tasca per portarlo a mio fratello Don Felice
che tornava dal Seminario o a mio papà.
Questa è la povertà! Nell'inverno un Signore pagava le Suore
dell'ospedale per fare la minestra per i poveri ed io con Ninì andavamo
a prenderla di sera. Se mi presentavo io, la Suora aveva un debole,
forse perché avevo 6 anni e mi dava qualche mestolo in più.
O beata povertà, che hai dato i natali a Gesù, e hai voluto visitare me
dai quattro agli otto anni, ti ringrazio tanto.
in Gesù, sorella Teresa |
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Luglio-Ottobre 2013
Viva + Gesù
Cari fratelli del Perdono e della
Riconciliazione,
questo Convegno ci ha dato cose meravigliose. Ci è stato dato il
Direttorio Spirituale degli appartenenti all'Opera del Perdono e della
Riconciliazione.
Siamo arrivati al Santuario del Divino Amore venerdì sera 17 maggio.
Dopo la cena ci siamo radunati in una sala dove alle ore 21.00 abbiamo
avuto la prima lezione dal nostro Don Fernando Altieri sul capitolo 1°
del Direttorio. Ci ha parlato della ispirazione di annunciare e attuare
la parola del perdono. Ha toccato questi 5 punti: esperienza storica
cioè il sorgere della ispirazione; il fine dell'Opera in senso attuale;
il perdono nella prospettiva del Vangelo; la nostra Missione; la
devozione Mariana. Dopo il riposo della notte, le Lodi, colazione, e
alle ore 9.00 Padre Max Anselmi Passionista venuto da La Spezia proprio
per noi ci ha spiegato il capitolo 2° con il Radicamento ecclesiale. Che
siamo parte della S. Chiesa. Che c'è una Carta di Fondazione e altro. Ci
ha parlato della aggregazione delle persone e della capacità di amare
tutti, ci ha spiegato la formazione degli appartenenti all'Opera del
Perdono. Ha detto dell'importanza della formazione dottrinale,
spirituale e al Carisma. Ha parlato dell'Apostolato, con il soggetto
della evangelizzazione e dell'Apostolato; la grande Missione di
annunciare la Parola del Perdono; il perdono nello Spirito Santo;
offrire sempre nuove possibilità di Comunione; la Riconciliazione delle
persone e delle famiglie in fase pratica. In ultimo con il 6° capitolo
ha parlato della Organizzazione dell'Opera; della formula di
Consacrazione, dell'atto di fedeltà. Ha parlato del Governo, con la
“Piccola S. Regola, dei Beni temporali e dell'economia. Ha concluso con
uno stralcio della sua lettera che troverete nel libro “Lettere ai
fratelli” di sorella Teresa, che dice: “Sono carismi di contemplazione e
di evangelizzazione che richiedono anime altamente spirituali, molto
fini, piene di fede. Sono carismi che vogliono preghiera, preghiera, e
reale immersione nell'Assoluto. Le condizioni per vivere questo carisma
sono: molto silenzio, continuo rapporto con Cristo, capacità di farsi
carico delle colpe degli altri, distacco da tutti e da tutto. E' una
bella vocazione! Essa esige però anime grandi, morte a tutto,
interessate solo a Dio e al Suo Regno”. Questo Regno di Dio è Regno di
Pace, Regno d'Amore. Domenica festa di Pentecoste, al mattino presto,
sorella Maria e Giovanni andarono in Vaticano a prendere il Cardinale
Elio Sgreccia che sorella Teresa aveva invitato a celebrare una Messa
quella delle 11.00 al Santuario del Divino Amore, d'accordo con don
Fernando. Arrivò alle 9.30 e sorella Maria lo accompagnò da noi, che lo
aspettavamo nella sala delle riunioni. Ci parlò di annunciare a tutti il
Perdono. Poi ci diede la Sua benedizione e siamo andati con Lui nella
chiesa grande dove aspettavamo la nostra S. Messa. Venne il Cardinale
per la Messa e prima di iniziare, Don Fernando andò al microfono e
disse: Questa è per tutti, ma specialmente per i Missionari del Perdono
e della Riconciliazione dei quali è Fondatrice Sorella Teresa Sbarbaro.
Inizia la S. Messa, poi la predica del Cardinale. Ha parlato anche Lui
di noi. Ha detto che la sera prima si è incontrato con il Santo Padre e
con il Cardinale Vallini e ha detto loro che veniva da noi, Missionari
del Perdono e della Riconciliazione al Divino Amore e loro erano
contenti. Ha parlato della Famiglia che deve essere Comunione di Amore.
Poi è tornato in Sagrestia e tutti hanno potuto salutarlo. Io non ho
potuto, ma venne Lui all'entrata della Casa del Pellegrino e ci siamo
salutati.
Ringraziamo nostro Signore Gesù delle belle cose che in quel giorno
aveva serbato per noi.
Grazie Signore Gesù. Alleluia.... Alleluia......
La Madonna del Divino Amore ci è stata di aiuto e di sostegno.
in Gesù, sorella Teresa |
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Novembre-Dicembre 2013
Viva + Gesù
Cari fratelli,
la gioia e la pace di Gesù siano sempre con noi.
Volete vivere nella gioia e nella Pace? Troppi di voi mi scrivono, mi
telefonano piangendo, mi vengono a trovare disperati. Poveri fratelli,
quanto soffrite!... Ma ora, vi voglio insegnare quello che mi ha fatto
capire Gesù. Un giorno dopo molto tempo che lo ascoltavo, mi ha detto
che desiderava da me un dono. Mi disse che voleva vivere la Sua Vita
ancora sulla Terra. Aveva bisogno di persone che Gli donassero tutte se
stesse, in modo che Lui potesse entrare in loro, e amare, amare tutti
mediante loro. Mi disse che aveva bisogno di umanità nuove in cui poter
vivere la Sua vita Divina e poter camminare per le vie del mondo,
incontrando coloro che mancano di affetto, di amore, di pace, di gioia,
di guarigione, di conversione, di liberazione, che mancano di ogni bene.
Subito io mi offersi a Lui, chiedendoGli se ero pronta per il Suo
disegno di Amore. Lui mi accolse. Entrò in me. Fece di me, Se stesso e
incominciò ad amare, amare, amare tutti. Ogni sera prima di
addormentarmi, chiedevo a Lui, se fosse contento del mio servizio e Lui,
mi dava gioia e così mi addormentavo in Lui.
Prima che Gesù, mi chiedesse questo dono io l'avevo già incontrato a
quattro anni, quando all'asilo nel momento del sonno, avendo notato che
il mio compagno calzava scarpine con i lacci, io cercavo di
slacciargliele e di allacciargliele e lui si svegliò e si mise a
piangere. La suora mi prese in malo modo, mi picchiò e mi mise in uno
stanzino chiuso a chiave, da sola a piangere. Fu allora che Gesù sentì
il mio pianto, ne ebbe compassione e scese da una parete. Venne vicino a
me e posandomi la Sua mano destra sul mio capo, mi disse con grande
dolcezza: “ Non piangere Teresina, tu sarai la mia sposa”. Da quel
giorno, sono stata sempre con il pensiero vicina a Gesù. Lo amavo,
meditavo la Sua Passione e morte fin da piccolina.
A dodici anni, mio fratello Don Felice è consacrato Sacerdote e lui mi
regalò i quattro volumi del Vangelo meditato (del Baudenon) che ho
sempre usato dai dodici ai venti anni. Vivevo con Gesù ogni giorno. A
venti anni sono entrata alla Visitazione di Quinto di Genova.
In una unione intima con Gesù, Lui pronunciò su di me, durante la S.
Messa di Comunità, le grandi parole della Transustanziazione: “ Questo è
il mio Corpo e Questo è il mio Sangue” e mi disse: “ Quando andrai per
il mondo, tutti diranno che è passato il Signore Gesù”. (ero ancora in
clausura). Intanto amavo tanto Gesù da essere sempre in adorazione. La
Passione di Gesù e Gesù Eucaristia erano il mio vivere, anche quando
hodovuto uscire dalla clausura perché Gesù mi parlava. Grande dispiacere
fu quello!
Un giorno mi trovavo dai Gesuiti di Triuggio perché invitata da Padre
Bech e mi cadde l'occhio sullo stemma del pavimento che lo trovavo
uguale al mio stemma: la Croce, l'Ostia Santa e la lettera M a indicare
l'amore verso la S. Madre.
Poi, la mia vita è stata solo per il Signore.
Un giorno sono stata chiamata a parlare di Perdono da Don Elio
Tagliaferri, parroco ad Alessandria. Dopo la mia Missione, il Parroco mi
ringrazia scrivendomi le Parole che mi disse Gesù in clausura. Queste:
“Cara sorella Teresa, il tuo modo di amare è stato proprio il passaggio
del Signore”. Ti ringrazio.
Ora vi dico cari fratelli: “ Amatevi e lasciatevi amare da Gesù e
lasciate a Gesù di entrare in voi e di vivere la Sua Vita di Amore,
verso tutti.
In Gesù, la vostra
sorella Teresa
Auguri di un Natale,
con Gesù Cristo
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